Fornacelle

Patrimonio materiale

Le fornacelle sono tipiche cucine rurali costituite da mattoni refrattari ricoperti da mattonelle di ceramica, bianche o decorate, utilizzate in molte zone dell’Italia centro meridionale fino alla diffusione del gas. Ad Oscata l’abbandono di molte case rurali, unito a l'apprezzabile conservazione in alcune abitazioni locali, ha contribuito alla loro resistenza ed al loro riutilizzo. Nel ripiano superiore sono ricavate una o più cavità in cui inserire calderoni (grandi pentole di rame, in dialetto callara) di diversa misura, grazie ad un sistema di appoggi a cerchi concentrici di ferro di diversa dimensione, posizionati l’uno sopra l’altro. In questo modo qualsiasi pentola di diversa grandezza viene avvolta dalle fiamme, che ne riscaldano non solo il fondo ma anche le pareti laterali, immerse nella camera riscaldata e chiusa da uno sportello. Le canne fumarie sono regolate con un sistema di sportelli e fessure che bloccano totalmente o parzialmente l’uscita del calore.

Le fornacelle sono ancora presenti e visitabili all’aperto o al chiuso. Ci sono diverse fornacelle, presenti in case private, ancora utilizzate e messe a disposizione dei volontari di Oscata inVita nel corso degli eventi organizzati. Durante le feste tradizionali si cuociono il migliazzo (la farina di mais), il vino cotto, servito come dessert con le mele cotogne, le spighe di granone ed in modo più innovativo dagli abitanti locali vengono cotti i pomodori per la classica “sauza” (salsa) da conservare per l’inverno. Inoltre le fornacelle sono ancora presenti in molte case abbandonate oggi inaccessibili, per le quali Oscata inVita ha in programma un percorso di recupero. Una fornacella è presente nella “casa del pastore”, antica abitazione privata, messa a disposizione di Oscata inVita, ancora intatta e ben mantenuta. E’ utilizzata a scopo dimostrativo e didattico. Altre fornacelle sono presenti nelle case abbandonate nel complesso della casa di Michele Panno, autore del libro “infanzia del borgo”.

La fornacella è tra gli elementi più caratteristici delle antiche case rurali appenniniche in cui il fuoco garantiva non solo la cottura dei cibi, ma la luce ed il riscaldamento dell’intera abitazione spesso costituita da un solo vano in cui letto, cucina e tavolo da pranzo non erano così lontani tra loro. La furnedda costituiva anche il centro di aggregazione della casa, dove la famiglia si riuniva per raccontarsi, confrontarsi e continuare a lavorare, realizzando lì davanti (nand’a la furnedd’) cesti, collari, vestiti e corredi per il matrimonio delle figlie da maritare. Le fornacelle costituiscono il fulcro delle Cucine Rurali dell’Alta Irpinia.

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