Fontane rurali
Patrimonio materiale
Il territorio di Oscata è ricco di fonti di acqua sorgente, con utilizzo principale di abbeveratoi o lavatoi, nonchè di pozzi artesiani utili per i terreni destinati ad orto di cui il territorio è ricco. Nel territorio di Bisaccia si contano più di 114 fontane e lungo i cammini oscatesi, tracciati da Oscata inVita, sono presenti 15 antiche fontane rurali, dove si svolgevano attività basilari della vita quotidiana. Oscata inVita utilizza le fontane per promuovere il loro grande valore aggregativo all’interno della vita rurale. Accompagnati dai volontari locali o in autonomia, utilizzando le audioguide geolocalizzate dell’app Loquis, lungo le visite è possibile conoscere le storie e gli aneddoti legati all’utilizzo per le attività necessarie al sostentamento della vita quotidiana, come il bere di uomini e animali, l’igiene e la pulizia di vestiti e lenzuola.
“Il bucato rappresentava una ventata di aria nuova tra cose vecchie, brutte e caduche. Ma, scegliere il giorno, l’ora, il momento più propizio, non era semplice. Bisognava capire, dai panni sciorinati al sole durante i giorni precedenti, quante famiglie si erano messe in testa di fare la culata (il bucato) proprio quel giorno. Se si calcolava che erano troppe, meglio non iniziare proprio. L’acqua dell’unica fontana non sarebbe stata sufficiente per tutti i risciacqui.
A meno che non ci si voleva allontanare. In tal caso, bisognava fare la sparichiocca, caricarsi la pesante conca in testa e andare al vallone di Stobella. Lì l’acqua era abbondante e vi erano tante macchie di giunchi, di salici selvatici e di cannucce per stendere al sole tutti quei panni. Chi possedeva una vettura (asino, mulo o giumenta) caricava tutto ed arrivava fresca fresca a destinazione. Purtroppo al vallone non si poteva andare a lavare durante il periodo invernale. L’acqua, quasi sempre in piena, diventava torbida, poco adatta a lavar panni. Di primavera e d’estate, tutte le donne di Oscata e dintorni vi si recavano. Dovevano, però, scegliere il sito più a monte per non rischiare di lavare biancheria tanto delicata in acqua che altre donne avevano già sporcata” (racconto tratto da Infanzia del borgo di Michele Panno).
Lungo il borgo contadino sono presenti l’abbeveratoio de “la Pila re lu canceddr” di Oscata di Sopra, il lavatoio “re varsantangel” ad Oscata di mezzo, la fontana “re quire re Ciani” e “lu piscle re Tenore” ad Oscata di sotto.
Lungo i cammini oscatesi tracciati dai volontari di Oscata inVita sono accessibili la fonte “i Serroni“, che sorge in una caratteristica area picnic, e la fontana “re li pezzient’”, chiamata così perché anticamente le persone più povere, i pezzenti appunto, attendevano i pastori in transumanza per chiedere un tozzo di pane ed una fetta di formaggio, che non mancavano mai agli uomini erranti, in sosta con il bestiame assetato, diretto o proveniente dalle Puglie.
Le fontane garantivano alle Cucine Rurali il sostentamento per bere, per l’igiene e per la cottura e la pulizia dei cibi.