Produzione cereali

Patrimonio immateriale

“Accadeva così, ogni anno, al mio paese, un fatto straordinario, di immenso valore umano, morale e sociale. Reduci dalla Piana di Foggia infuocata del Tavoliere pugliese, ove la mietitura era già avvenuta, giungevano a piedi, anche dai paesi più lontani, i mietitori stagionali. I più risoluti e tenaci erano i nostri vicini Trevicani e li “Marinese”, così indicati perchè venivano da paesi lontani affacciati sul mare del Brindisino. Avvolti nella mappata a ciambella sulle spalle, portavano con sè una sola coperta, un misero ricambio di biancheria, piccole riserve alimentari, i cannelli salvadita e la … falce dalla lama argentea, ben in mostra sulla spalla appesa al collo con una cordicella. Per quei quindici-venti giorni di lavoro così pesante, molti, tra questa povera onesta gente, a volte, non portavano allo stomaco un solo piatto veramente caldo: pane e formaggio o, se assoldati, pasta fatta in casa o patate o baccalà sedano e cipolle cotti la sera prima e tenuti in una “spasa” al caldo del sole “scaldavivande”. [...] Ma l’autentica festa era la pesatura. Il pignone di turno veniva dimesso, si scioglievano una per una, le gregne, adagiate su tutto lo spazio dell’aia; il culmo di esse sempre rivolto verso l’esterno, lungo la circonferenza dell’aia circolare: le spighe, ben rigirate, affollavano lo spazio interno, mostrandosi ridenti, pronte a donare i loro chicchi per il pane. Frattanto, ai due lati del giogo sui fianchi del mulo (o di uno - due asini) si agganciavano, ad ipsilon, due catene e il prolungamento di esse veniva inserito nell’apposito buco presente proprio ad uno dei vertici di una pesante pietra a forma di triangolo. L’animale, compiendo a leggero troppo innumerevoli giri e trascinandosi dietro la pietra, doveva passare tante volte sulle spighe, finchè esse, pestate dagli zoccoli e scosse da quella pietra (lu tufo), non si sgranassero tutte: la “pesatura”! Ebbene, ve l’assicuro, era quella, certamente, la giornata più densa di euforia e di gioia, il momento più atteso con sollievo e liberazione, dopo mesi di lavoro e, soprattutto, di ansie. Lo so perchè fui, per molti anni, partecipe protagonista”.

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